I fiori dimenticati

Questo 25 Aprile ce lo ricorderemo a lungo. Un 25 Aprile “immateriale”, nel quale quel poco contatto che abbiamo grazie al digitale diventa fondamentale. Anche se, inutile dirlo, non sarà la stessa cosa senza le cerimonie, senza le grandi manifestazioni. Senza le città “Medaglie della Resistenza”.

Eppure, stanno risorgendo tante storie scritte, raccontate, riprese.

Tanti nomi che normalmente sono solo il nome di una via, o addirittura nemmeno quella. Nomi che sono nel fondo di qualche cassetto (figurato o della memoria), e che è giusto riportare alla luce.

E qui ho il “mio” nome da raccontare. Un ragazzo di 21 anni, morto a pochi metri da casa.

Lorenzo Luigi Rosato, nato il 2 Aprile 1923. Brigata “Martello” del Polesine. Morto il 3 Giugno 1944 a 21 anni, malmenato da una squadraccia fascista e finito con un colpo di fucile.

Sua madre andò a recuperare il cadavere nel campo dove era stato ucciso, a pochi metri da casa, da sola, mentre gli squadristi si vantavano in un bar del paese dicendo “abbiamo ucciso un altro coniglio”.

Non era un eroe. Era un ragazzo. Come tanti. Con una fidanzata, con una madre, con dei fratelli e delle sorelle. E uno di quei fratelli era mio nonno, Desio Rosato.

E questo è il nome che voglio ricordare in questo 25 Aprile. E spero che questo e tutti gli altri nomi restino fuori da quei cassetti per molto tempo.

Per maggiori dettagli qui potete trovare la storia e la sentenza del processo (nota: il cognome corretto della madre è Roccato)