Il “primo” era lui

Un paio di giorni fa ho cambiato Smartphone, ho preso un nuovo fiammante Huawei P20 Pro blu cangiante. E qua ci starebbe bene un bel “e a noi?”.

E avete pure ragione, ma c’è un racconto dietro quella giornata, che mi ha fatto fare un tuffo nel passato e mi ha fatto riflettere su quanto questi aggeggi abbiano cambiato (non so se in meglio o in peggio, io sono per un “tendente al meglio” ma sono punti di vista) le nostre vite di tutti i giorni. E di come si siano evoluti con noi.

Gli addetti alle vendite quella sera al negozio erano due, un ragazzo che avrà avuto una decina d’anni meno di me e una signora un po’ più attempata. Mentre il giovane commesso compilava le scartoffie relative al nuovo abbonamento, mi sono messo a fare discorsi con l’altra signora sui cellulari retrò che negli anni si è ritrovata a vendere, tra ciofeche commerciali e modelli tristemente incompresi.

E mi sono venuti in mente tutti i miei cellulari: Motorola D470, Siemens A35, Motorola A835, LG U8180, Nokia N95, Sony XPeria X10 Mini, LG Optimus Dual (regalato ad una fidanzata che non se lo meritava), HTC Desire HD, Samsung Note 3 e Samsung S7 Edge.

Bene, dopo questo elenco, che ho fatto più per esercizio di stile durante il discorso, e citando altri modelli di successo dal 3310 al Nokia N70, ho chiesto alla commessa “ma il primissimo smartphone moderno se lo ricorda?”

Lei subito ha risposto: “Certo, il Communicator 9000”.

Eh no, risposta sbagliata. Il primo smartphone moderno non è stato il gioiellino (per l’epoca) di casa Nokia.

Nel 1999 è stato presentato come prototipo, per entrare in commercio nel 2001, il Siemens SX45. Una padella, enorme, pesantissimo. Ma è stato il primo smartphone moderno. Ne sono entrato in possesso il 1° Gennaio 2008, perchè io e mio padre illo tempore collezionavamo modernariato, e quello sicuramente era un must da avere, acquistato in un’asta su eBay (anche perchè chi ci stava alle 08.00 del mattino online il 1° Gennaio, a parte noi due?).

Montava Windows Pocket PC 2000, cioè una versione di Windows più leggera, ma era sempre Windows. Ci potevi caricare programmi veri e propri (altro che app!! Installer puri e via) come Word, Excel e compagnia cantante, sincronizzava rubriche e mail, tramite schede d’espansione (MMC e CF) potevi aumentare la memoria e guardarti film o ascoltare musica. Ed aveva un bel display touch 320×240. Ovviamente questa è la spiegazione per niubbi, quella da nerd pesanti ve la risparmio, ma vi faccio un esempio: il mio primo PC nel ’99 aveva un AMD K7 a 400 MHz, 64 Mb di Ram e un hard disk da 4 Gb (praticamente un chiavettone), questo aveva un NEC da 150 MHz, 32 Mb di Ram e memoria fino ad 1 Gb. In tasca.

E potevi mandare SMS e Telefonare via auricolare. Era uno smartphone come ce lo immaginiamo oggi. Nel 2001.

Ma quindi perchè non ce lo ricordiamo? Semplice, perchè era troppo. Troppo costoso (si parlava di 2.500.000 Lire, per chi ha visto solo gli Euro circa 1250 €), ma soprattutto troppo spinto nelle funzioni, che i più nemmeno capivano in quegli anni. Era per Top Manager con necessità di operatività spinte in qualunque condizione, ma per il grande pubblico era troppo presto per concepire solo le mail “classiche”, figuriamoci mail su un telefono.

E quindi cadde nel dimenticatoio.

Ma perchè alla fine nella cultura mainstream viene indicato come primo smartphone Iphone “1” del 2007 se esistevano già modelli altrettanto performanti (basti pensare ai Nokia N95 e N96 suoi contemporanei)? Perchè è stato veramente il primo smartphone per tutti, utilizzabile da tutti e che ha reso di massa l’uso di questi dispositivi intelligenti. Si è passati in un istante, da armadi che avevano bisogno di un libro (letteralmente le istruzioni di quel Siemes sono un libro da 200 pagine) per essere configurati ad un telefono che ti dice lui come configurarlo e cosa puoi fare.

Paradossalmente oggi puoi quasi fare il caffè con un cellulare. Ma anche all’epoca potevi forse farlo, bastava saper far funzionare quegli arnesi.