Le Cronache del Lingotto – #daythree : La Partita Comincia

Un sasso. Ho dormito come un sasso, nel vero senso della parola. Tanto che mi sono svegliato bello riposato 10 minuti abbondanti prima del trillo del cellulare.

Dopo il doppio caffè numero millemila (praticamente in questi giorni sono stato un diesel a caffeina) mi fiondo in sala. Sala che è stata ingrandita ulteriormente in termini di posti a sedere, perchè ovviamente questa è stata la giornata di chiusura, con maggior affluenza e con uno scopo preciso: provare a suonare la carica.

Eh già, perchè la sensazione che ho provato è stata proprio questa: nei primi due giorni avete avuto il filo per tessere proposte, relazioni, contatti ed idee. Ora la maglia, l’organizzazione, la struttura chiamatela come volete è pronta. Questa volta esiste il PD, non altro.

Tutti gli interventi sono incentrati su questo, sull’essere pronti a portare ciascuno il suo piccolo “pezzo di Lingotto” a Casa, a costruire il tutto nel proprio territorio.

Un intervento su tutti ha scaldato i cuori, almeno il mio tantissimo, quello di Luigi Berlinguer: in quell’intervento c’è stato tutto, riformismo, passione, partito, futuro, centrosinistra. Un vero e proprio boato.

Una volta finita la carica si torna a casa, perché il lavoro non è neanche a metà, non è nemmeno cominciato. Nonostante tutto, credo che il Partito Democratico ne esca rafforzato dopo questa tre giorni torinese, seppur sarà interessante osservare gli sviluppi nel prossimo mese.Quanto sviluppato riuscirà davvero a trasformarsi in discussione di politiche? Questo partito uscito dal Lingotto sarà in grado di darsi un ruolo “di governo” prima di sè e poi per l’intero paese? Interrogativi aperti ai quali proverò a dare una risposta tutta mia, come sempre. E ancora, quanto la dimensione di Partito sarà in grado di riformare sè stessa (questa volta sul serio, non ci sarà una seconda occasione)? Questa volta credo che una proposta “monolitica” potrebbe scaldare determinati cuori, ma difficilmente potrebbe diventare il cuore vero della proposta politica del PD. Una proposta diffusa, ma connotata di identità e valori può essere la vera soluzione.

Le carte sono state date, il mazzo è stato mischiato a dovere. Il piatto è pieno e la partita comincia.

E ho salutato gli amici, vecchi e nuovi, sono tornato a casa (grazie a chi mi sopporta in tutti i viaggi vicini e lontani che siano) e mi sono ricollegato al mio piccolo mondo. Pieno di difetti, ma è quello che mi ha aiutato anche a salutare qualcosa di più grande.

E intanto se vi va, ecco qui un’intervista con alcune mie considerazioni realizzata da Repubblica.it, insieme a quelle di altri militanti (dovrebbe anche essercene una realizzata da Unità TV in uscita nei prossimi giorni).

Sta di fatto che una piccola delusione l’ho avuta…Bob, io continuo ad aspettarlo!!